Comune di Gualtieri

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lunedì 19 aprile 2010

25 Aprile : Anniversario della liberazione

E’  imminente questa ricorrenza.
I ricordi che affiorano in noi sono molteplici e la conversazione coinvolge anche i volontari A.V.O. che sono venuti a trovarci
Ascoltiamo Zelina, che con la voce rotta dalla commozione, ricorda che per la sua famiglia è stato sì un giorno felice, ma, nello stesso tempo, anche di enorme sofferenza.
Zelina aveva due fratelli, che avevano aderito al movimento dei partigiani ed erano andati a Valdastico, nei pressi di Schio a combattere, dove, purtroppo, fu ammazzato il più vecchio, Lino.
Lino aveva appena fatto in tempo a vedere nascere il figlio di Zelina, Angelo, e lei ricorda, con occhi lucidi, che lui le diceva sempre:
 “Cara sorella, è tuo figlio e tu lo vedi bello, ma è un po’ bruttino. Speriamo sia vero il proverbio che dice: “ Brutt in fassi, bell in piassa”.
Era molto legata a Lino, si capivano senza tante parole e, per questo legame così forte, ha voluto che uno dei suoi figli portasse lo stesso nome del fratello tanto amato.
Poi, torna a narrare del 25 Aprile, raccontando di aver saputo della notizia della Liberazione dai partigiani, che giravano di casa in casa per dirlo.
Al vedere i partigiani, la madre di Zelina, che aveva saputo da poco dell’uccisione del figlio, piangeva ancor di più e diceva ad ognuno: “Sono contenta che sei salvo, ma poteva esserci anche mio figlio…..”
Nessuno riusciva a rispondere a queste parole così strazianti e quei ragazzi se ne andavano a testa china.
Zelina ricorda che erano brutti momenti, che non c’era da fidarsi di nessuno, anche se la maggior parte dei Tedeschi erano fuggiti oltre il Po, cercando di tornare a casa loro.
Allora aveva 23 anni e aveva  visto la guerra e provato sulla sua pelle tutti gli orrori.
Ora spera solo che non ne venga un’altra, altrimenti è meglio morire prima.
Questi sono i ricordi di Zelina, ma ha anche una speranza, che consegna a tutti noi, con occhi velati dalla commozione, ed è che nessuna madre debba soffrire tanto quanto la sua.
Gentile ricorda che erano periodi in cui si stava poco fuori di casa, c’era ancora paura dei tedeschi, e, alla sera, si faceva “ Filoss” nelle stalle, restando al buio ed in silenzio, tesi a percepire ogni minimo rumore di stivali militari.
Dante ricorda che lui era un giovanotto, troppo giovane per essere arruolato, ma abbastanza grande per andare in giro con gli amici, facendo sempre stare in pensiero la madre.
Per fortuna non gli era mai successo niente.
Il 25 aprile in piazza a Gualtieri si era radunata la banda ed aveva improvvisato un concerto, per stare tutti in compagnia a godere del momento.
Tanta gente aveva fatto i cappelletti per festeggiare la notizia, diffusa anche dalla radio.
Amedea racconta che quel giorno c’era un forte vento e lei era andata a piedi a Baccanello.
I camion giravano per dare la notizia, ma quando cerca di ricordare con esattezza chi erano gli uomini sui camion, si apre una feroce discussione, in cui ognuno vuole avere ragione.
Dopo che tutti hanno illustrato il proprio punto di vista, ci si accorda nel dire che la notizia è stata portata dagli Americani e dai partigiani.
Ritorna, nei discorsi di tanti, quella brutta sensazione di incertezza e di sfiducia che condizionavano i rapporti interpersonali: c’erano ancora tanti fascisti in giro ed armati e si aveva paura di rappresaglie ai danni dei propri cari.
Nazzarena ricorda che stava andando in piazza, quel giorno, quando un aereo americano attaccò, per sbaglio, un convoglio della sua stessa nazione.
Lei si spaventò così tanto che scappò a casa.
E sempre in quei giorni, i tedeschi cercavano di guadare il Po, in tutti i modi possibili.
Ricorda la ritirata dei Tedeschi, allorquando si fermavano a mangiare nelle varie case, compresa la sua.
Si sedevano a tavola ed appoggiavano le armi sulla sedia.
Un Tedesco voleva regalare un cavallo, che aveva i contrassegni dell’esercito, a suo padre, spiegandogli anche come rimuovere il marchio, ma suo padre non accettò.
In quei pasti consumati a casa sua, in modo dimesso, Nazzarena rivede l’aspetto umano di quei soldati, senza nulla togliere alla gravità delle colpe di cui si erano resi colpevoli.
Ricorda chiaramente, e con commozione,  gli occhi  azzurri e disperati di quello stesso soldato tedesco, che era poco più di un ragazzo, fatto prigioniero e caricato su un camion per essere portato nel centro di raccolta sul sagrato della chiesa di Pieve che, per un attimo avevano incrociato i suoi, riconoscendola.
Amedea, Umberto, Nazzarena e tanti altri sono concordi nel dire che i Gualtieresi hanno aiutato numerosi soldati tedeschi e nascondersi e a disertare in quei giorni a ridosso del 25 aprile in cui c’era confusione e paura.
Le donne raccontano di averlo fatto anche per un desiderio nascosto, cui fanno fatica ancor adesso a dar voce: si auguravano con tutto il cuore che qualche altra madre, sorella, fidanzata, in altri parti del mondo, avesse pietà del loro caro e lo aiutasse, anche a rischio della propria incolumità, come loro facevano con quel “nemico” inerme e spaurito che avevano dinnanzi.
Finita la guerra, tanti di loro erano tornati a ringraziare le famiglie che li avevano salvati.
Quanto piangere e commozione in quegli abbracci…
Con Elda ricordiamo alcuni episodi di quel periodo, compreso l’eccidio della Famiglia Rossi di Santa Vittoria, cui assistette da lontano, senza poter far nulla, assieme all’amico Celestino.
Elda, militante nelle staffette partigiane, aveva un regolare porto d’armi, che conserva ancora gelosamente come memoria del passato, ma nonostante ciò non ne fece mai uso, sia per un insieme di circostanze favorevoli, sia per convinzione.
Schiva di natura, non racconta tutte le gesta di cui è stata protagonista ed ancor meno menziona l’onorificenza che le fu conferita dal Generale Alexander, a fine guerra, per i servizi resi e il coraggio dimostrato e neppure che la Repubblica Italiana la insignì di una medaglia per le azioni compiute all’interno del movimento dei partigiani.
Il tempo vola ad ascoltare Elda e ci affascina tutti perché illustra i fatti senza enfasi e dai suoi  pacati racconti non traspare rancore o odio per alcuno.
E’ un esempio di alta educazione civica, così rara anche al giorno d’oggi.
E si susseguono altre memorie: Anna F. ricorda una sua vicina di casa, che, al passare di una camionetta di soldati tedeschi,  disse: “ Pane, pane”, imitando il tono imperioso di tanti di loro.
Un soldato le sputò in faccia.
Anche Anna B. ricorda i giorni immediatamente seguenti la Liberazione, in cui tanti soldati tedeschi si presentavano alle case e chiedevano, spesso con fare umile: “Mamma, pane, pane e salame”
Né lei, né i suoi restavano insensibili a queste richieste e davano ciò che potevano.
Onorato muove ritmicamente un braccio: ci racconta che, nel suo paese, le campane suonavano a distesa per avvisare tutti della bella notizia e gli sembra ancora di sentire i rintocchi festosi.
Gli irriducibili “vittoriani” raccontano che in quei giorni i partigiani uscivano allo scoperto, abbracciandosi felici.
Ricordano anche di una casa, nei pressi della “ Bigliana”, dove c’erano nascosti dei tedeschi.
Erano partiti due partigiani da San Rocco di Guastalla, per andare a catturarli, ma nello scontro, il 26 aprile, hanno avuto la peggio.
Rina ricorda ancora la giornata soleggiata del 25 Aprile: suo padre era felice della notizia della Liberazione ed aveva deciso di andare a Torino a cercare il figlio, partigiano in quella zona.
Per avere indicazioni precise di dove recarsi,  era andato a casa di un compagno d’armi del figlio, il quale, in quel frangente, era stato costretto a rivelargli che era morto, in combattimento, sei mesi prima e che lui aveva portato a casa la sua valigia, nascondendola dietro casa.
Vi potete immaginare lo strazio di quel padre, convinto di poter riabbracciare il figlio, quando invece dovette procedere all’esumazione del suo corpo, sepolto all’ombra di un albero, su una collina in Piemonte.
E, per finire con una bella immagine, Maria, la nostra preziosissima volontaria, ci regala un suo dolce ricordo: sotto casa sua, era parcheggiato un camion americano, arrivato in quei giorni.
Lo guidava un signore alto, alto, che quando la vide, la prese delicatamente in braccio, la baciò sulle guance e le regalò una stecca di cioccolato e una scatola di latte condensato, che lei non sapeva neanche cos’era.
In italiano molto stentato, le disse che le ricordava la sua bambina piccola, mentre due lacrimoni gli bagnavano il viso.
Ecco: per noi il 25 aprile è la “ Festa della Liberazione”, ma anche la “ Festa della Resistenza” : si chiudeva un lungo e buio periodo di dittatura, osteggiato da tanti di noi in modi diversi.
Ci si incamminava verso un radioso percorso di democrazia, che non è ancora concluso, ma su cui occorre vigilare ben fermamente.

Il 25 Aprile aspetteremo con ansia la Banda di Santa Vittoria per cantare, anche solo nel nostro cuore, le canzoni che in quel giorno riecheggiavano nelle nostre piazze e che avevano il sapore della  LIBERTA’



 Gli Anziani del C.S.A.:“ Felice Carri”
A.S.P.: “ Progetto Persona” Di Gualtieri

XXV Aprile: Resistenza






Resistenza: opposizione militare o anche soltanto politica, condotta nell’ambito della seconda guerra mondiale contro l’invasione d’Italia da parte della Germania nazista e nei confronti degli occupanti e della Repubblica sociale italiana da parte di liberi individui, partiti e movimenti organizzati in formazioni partigiane, nonché delle ricostituite forze armate del Regno del Sud che combattono a fianco degli alleati.
Ogni anno in questo periodo professori, giornalisti, studiosi e politici trattano, a diversi livelli, del tema della resistenza. E come ogni anno la domanda a cui tutti quanti cercano di rispondere è “che senso ha ancora oggi parlare di resistenza e festeggiare il 25 Aprile?” Le risposte sono sempre diverse, articolate a seconda del momento contingente; tutte partono dal presupposto innegabile che la Resistenza costituisce il fenomeno storico nel quale vanno individuate le origini stesse della nostra Repubblica. Infatti, l'Assemblea costituente fu in massima parte composta da esponenti dei partiti che avevano dato vita al Comitato di Liberazione Nazionale, i quali scrissero la Costituzione fondandola sulla sintesi tra le rispettive tradizioni politiche e ispirandola ai principi della Democrazia e dell'Antifascismo.
Detto questo, ed è bene ricordarlo ogni anno per non perdere di vista le radici della nostra democrazia, mi viene istintivo fare una piccola riflessione. Da tutti i racconti che ho sentito fare, leggendo i resoconti di quel periodo e anche dalle testimonianze dei nostri concittadini che sono andate a confluire nella “Collana della memoria”, emerge un aspetto umano importantissimo: un grande senso di solidarietà. Gli uomini e le donne che si sono trovati a vivere quel triste periodo della nostra storia, anche se soli, lontani da casa e dagli affetti oppure a casa ad aspettare il ritorno del proprio uomo, senza notizie per giorni e settimane, quando raccontano di quei momenti non parlano dell’angoscia e della solitudine che inevitabilmente avranno provato, bensì raccontano di episodi nei quali hanno condiviso qualcosa con persone sconosciute che però sono rimasti nella loro memoria indelebili.
Come quella ragazza polacca che portava due secchi di mele e, imbattendosi in una colonna di prigionieri affamati e assetati, ha “accidentalmente” rovesciato i due secchi così che i prigionieri sono riusciti a raccogliere le mele da terra e sfamarsi, mentre i militari tedeschi prendevano a bastonate la “maldestra” ragazza polacca. Oppure i contadini russi che aiutavano i militari italiani, ospitandoli in casa e offrendo loro cibo e acqua, come ci ricorda Iando Bianchi nel suo racconto.
A volte la solidarietà veniva manifestata anche fra compagni di prigionia: è il caso di Calafro che, catturato dagli inglesi nel deserto africano e costretto a marciare per giorni interi sotto il sole a picco, chiacchierava e faceva chiacchierare i suoi compagni di sventura perché non crollassero a terra, stremati dalla fame e dalla sete.
Le mele, l’ospitalità, le chiacchiere sono servite a quegli uomini per RESISTERE, per tirarsi fuori da situazioni disperate, per non mollare.
Tuttavia mi rifiuto di credere che la solidarietà fosse solo un modo per reagire alla guerra e alla disperazione che essa portava con sé.
Un diverso concetto di solidarietà e di umana pietà lo ritroviamo nelle canzoni di Fabrizio De Andrè, che per anni ha cantato gli ultimi, i rinnegati dalla società, ridando loro una dignità perduta o mai avuta. De Andrè aveva una sensibilità straordinaria e un animo profondo che gli permetteva di vedere oltre le convenzioni sociali e di andare a scovare l’intima essenza di quelle persone che normalmente vengono messe ai margini.  Con la sua poesia ci raccontava il mondo dal loro punto di vista, e in questo modo ci apriva gli occhi su ciò che non riuscivamo a capire e non volevamo vedere. Infatti, spesso, quello che è diverso da noi ci spaventa, così invece di cercare di capire siamo istintivamente portati ad allontanarci, a scappare, a rifugiarci nelle nostre certezze. E in questo modo diventiamo sempre più individualisti, ma anche più soli, egoisti, concentrati unicamente su noi stessi e sul nostro bene. Quando ci ritroviamo in questo stato d’animo dovremmo sforzarci di non fuggire; bisognerebbe, invece, aprire gli occhi e cercare di capire chi c’è di fronte a noi e se per caso la sua manifesta diversità non sia una richiesta di aiuto.
Questo credo che sia il modo più alto di intendere la solidarietà, e l’insegnamento più grande che ci ha lasciato Fabrizio De Andrè.
Non è per niente casuale che quest’anno l’amministrazione comunale abbia deciso di invitare alla rassegna “Rock Resistente “ i Fabernoster, gruppo che ha nel proprio repertorio le canzoni del cantautore genovese. Siamo convinti che le sue canzoni ci aiutino a recuperare quello spirito di libertà e di solidarietà che oggi è, ahimé, perduto.


Livia Bianchi
(Assessore alle Politiche Giovanili)

Presentazione del bilancio di previsione 2010

PRESENTAZIONE  BILANCIO DI PREVISIONE 2010 AI CONSIGLIERI COMUNALE


        Signori Consiglieri questa  sera la Giunta dà inizio alla presentazione del Bilancio di previsione 2010, che Voi siete chiamati a discutere, sul quale potete fare proposte, chiedere chiarimenti e spiegazioni, essendo l'atto amministrativo più importante dell'anno che sarete poi invitati ad approvare, considerato anche che la maggior parte di Voi è la prima volta che affronta tale argomento.                                             

          Pur restando nei termini stabiliti dal Governo (30 aprile), siamo leggermente in ritardo a confronto degli anni passati, questo però è dovuto a problemi che la Giunta ha affrontato e  discusso con i vari uffici per poi decidere determinate scelte e  fare fronte alle sempre più diverse e quoti=
diane richieste dei nostri cittadini, ancora attanagliati da una crisi economica  forse peggiore che nel 2009.                    
                 
          La disoccupazione ha raggiunto livelli record: 8,6% pari a 2.800.000 disoccupati di cui circa il 28% al disotto dei 30 anni e per la maggior parte in cerca di primo lavoro. Solo nella nostra provincia i cassaintegrati sono raddoppiati in 3 mesi, e i disoccupati ammontano a 23.172.

     Tutto questo nonostante l'ottimismo del Governo  nazionale che continua da mesi a sostenere che dalla crisi abbiamo cominciamo ad uscire, forse ne stanno uscendo quelli che hanno utilizzato i benefici dello Scudo Fiscale e senz'altro, non hanno bisogno dei miseri incentivi che dal 6 aprile  l'ultimo Consiglio dei Ministri ha messo a disposizione per fare ripartire i consumi.  Speriamo !!!. 
             
     Cerco di illustrare  le linee guida che hanno portato alla stesura del bilancio di previsione 2010.           
          
              La prima cosa che Vi comunico  è  l'aumento complessivo di circa il 10% sia in entrata che in uscita, delle poste così dette correnti  sull'anno 2009, anno che ci imponeva drastici tagli per non avere rispettato il patto di stabilità nel 2008 e come conseguenza sanzionatoria, portare la spesa corrente pari a quella del 2006, la più contenuta nel trienio  2005-2007.
          
              Avendo rispettato il patto di stabilità nel 2009, per il 2010 abbiamo avuto la possibilità di tornare a quella che era la nostra spesa storica e fare così ulteriori interventi anche in spesa corrente: manutenzioni ordinaria sugli immobili, trasferimento all'ASP  delle quote di competenza per i servizi usufruiti dalla nostra comunità negli anni 2008-09, pieno riconoscimento degli emolumenti agli amministratori (sindaco, assessori e consiglieri), maggiori contributi per il servizio scolastico integrato, infine un fondo anticrisi di circa 70.000 euro a sostegno dei nostri cittadini in difficoltà.

               Per quanto riguarda le entrate avremo maggiori trasferimenti della Stato sull'Ici, arretrati prima casa 2008-09, e sugli immobili di categoria “D”(capannoni industriali), come concordato tra governo e ANCI.                
              
               Altre maggiori entrate le troviamo iscritte nei capitoli che riguardano i dividendi delle partecipate (Sabar ed Enia),  maggiori affitti sempre da Sabar, e un aumento del 4% sulla tassa dei rifiuti solidi urbani (Tarsu), anche perché  a partire dal 1° luglio verrà iniziata la raccolta di prossimità dell'organico, ricordo che, lo scorso anno tale tassa,  proprio perché  già in presenza della crisi economica, era stata ridotta del 10%, unico comune in provincia.

                Non  sono stati fatti aumenti delle tariffe a servizio individuale,(asilo nido, attività sportiva nelle strutture comunali, mensa e trasporto scolastico) che non subiscono variazioni del 2007 e, la copertura finanziaria, da parte di chi ne usufruisce è di circa il 46%, rammento che il servizio di assistenza domiciliare dal 1° gennaio  è stato appaltato all'ASP.

                Pure invariata l'aliquota dell'ICI ordinaria che è del 7% che colpisce le seconde case sfitte gli immobili industriali e i terreni. Viene pure confermata l'addizionale Irpef del 4% sui redditi superiori ai 10.000 euro.

                Gli oneri di urbanizzazione, qualora venga terminato l'intervento della Multisala e edifici annessi come è nelle intenzioni dei costruttori entro fine anno, abbiamo ritenuto di iscriverli a bilancio per circa 700.000 euro, di cui già incassati 155.000. Questi sono stati utilizzati a copertura della spesa corrente, e rappresentano il 20% del totale. Sono sempre molto al di sotto delle quote capitale (240.000 euro) da rimborsare per mutui contratti nel passato e utilizzati per fare investimenti.                                                                                                                           
                   Non troverete particolari investimenti per lavori pubblici,ma solo ciò che ci permette=     
ranno gli oneri di urbanizzazione a incasso avvenuto. Tali lavori sono indicati nella parte contabile del bilancio in uscita al titolo 2°; rinviando la realizzazione di interventi significativi all'utilizzo di un eventuale avanzo di amministrazione che entro fine aprile dovrà essere da voi approvato.                  

                Ritengo opportuno affrontare pure il discorso sul rispetto “del patto di stabilità interno” che ancora una volta vede i comuni sempre più in difficoltà indipendentemente dal colore politico delle giunte.( Si veda la prevista protesta dei Sindaci Lombardi del 8 aprile a Milano). E' difficile capire perché un comune sia  fuori patto solo perché nel 2009, e Gualtieri è fra questi, ha approvato il Bilancio di previsione dopo la “fatidica” data del 10 marzo, quando la scadenza stabilita per legge dal governo era il 31 marzo. Il Consiglio Comunale approvò il bilancio il 26 marzo, rispettoso dei termini di legge  e della norma che permetteva di non contabilizzare, ai fini del rispetto del patto, gli introiti per vendita azioni Enia, avvenuta due anni prima cioè nel 2007.                                                                                                                               

                 Inspiegabilmente il Parlamento, approvava con efficacia retro attiva, la legge n° 33 del 9 aprile 2009, (definita dalla stampa nazionale “legge salva Brescia”) che imponeva ai comuni che  avevano approvato il bilancio di previsione 2009 dopo il 10 marzo, di contabilizzare come entrate straordinarie, dal 2007 le vendite o i dividendi su titoli mobiliari e quindi ottenere un determinato saldo di segno positivo come obiettivo per il rispetto del patto. Questo vale pure per il 2010 e il 2011.                                

                 Perché “la fatidica data” del 10 marzo?  Presto detto: il comune di Brescia, città amministrata dal Centro-destra, aveva approvato il bilancio di previsione il 10 marzo 2009 e quindi  poteva così escludere i dividendi di A2A  (società simile alla nostra Enia),  pari a 65 milioni di euro, dal patto di stabilità e restare nei parametri  richiesti. Decreto legge definito dalla stampa nazionale “salva Brescia”.  Una spiegazione penso di averla trovata: il Sindaco di Brescia è  deputato del Pdl, il presidente della Provincia è deputato della Lega, e il Suo Vice pure deputato del Pdl, tutti e tre eletti alla Camera nel 2008 e tuttora in Parlamento, pronti a difendere, legittimamente, prima di tutto i propri interessi di amministratori locali, e non sono gli unici con doppio incarico,  ma tutti del Centro-destra.         
                
                   Non posso non ricordare un altro “curioso” decreto del Consiglio dei Ministri del marzo scorso, dove vengono assegnati al Comune di Roma altri 80milioni di euro per così detti “adempi= menti comunitari”. Non sono altri che minori utili che l'ACEA,  multi utility capitolina, ha versato in meno nelle casse del comune, avendo dovuto pagare tasse arretrate, a suo tempo esonerata come tutte le municipalizzate a capitale pubblico per decreto legge, ritenute aiuti di Stato contro la concorrenza, come stabilito, a distanza di anni, da una sentenza della comunità europea. Nelle stesse condizioni ci sono i comuni di Torino, Milano, Genova,  Bologna, sino a noi con la Sabar, tutti costretti a diminuire gli utili delle municipalizzate come Roma. Il tutto è comprensibile:  nella giunta di Roma sono presenti come assessori  2 senatori e 1 deputato tutti del Pdl, e tuttora in Parlamento. Si continua la politica di aiuto ai comuni cosi detti “amici”cioè di Centro-destra che hanno amministratori sempre più spesso al posto giusto nel momento giusto, mantenendo il così detto doppio incarico anche se la legge in alcuni casi lo vieta.                
           
                     I due episodi sopra descritti stanno a dimostrare quanto è difficile fare gli amministra=     
tori pubblici con un Governo centrale che continua a fare crescere la spesa pubblica e cerca con ogni mezzo di bloccare le spese degli enti locali che sono in grado di investire risorse proprie senza ricorrere all'indebitamento. 
                    A conferma di quanto detto sopra nel 2009 per la prima volta,  non avremo un avanzo primario, (differenza fra le entrate e le uscite dello Stato al netto degli interessi sul debito pubblico)
e un debito, il più alto del mondo industrializzato, vicino al 120% del prodotto interno lordo. 
Infine segnalo un dato importante: nel 4° trimestre del 2009 le entrate totali hanno rappresentato il     55% del Pil e le uscite dello stato hanno superato il 59%. I conti pubblici mai cosi male dal 1996.       
(dati Istat  dal quotidiano  La Stampa del 03/04/2010)

                     Questo è il paese dove si parla di federalismo a ogni piè sospinto, ma anche l'unico paese in Europa e forse nel mondo in cui i comuni e le province  non hanno la minima autonomia impositiva, questa è una contraddizione che grida vendetta alle continue promesse della Lega, che  molto volte in periferia parla  da partito di opposizione, dimenticandosi di essere al Governo nella Roma “ladrona”. 


VILLANI FRANCESCO
 Vice sindaco e ass. Bilancio

Come la crisi impatta su Gualtieri


Nel corso del 2009, dai dati che ci vengono costantemente forniti dal centro per l’impiego di Guastalla, hanno perso il lavoro un centinaio di nostri concittadini. Lo stesso ci testimonia di una situazione attuale in cui risulta quasi nulla l’offerta di lavoro mentre è fortemente in crescita la domanda che non riguarda più solo i giovani, ma persone di tutte le età, anche con professionalità
cosiddette “alte”. La crisi nel frattempo continua ad esplodere sia a livello locale che territoriale in tutta la sua gravità, non risparmiando nessun settore produttivo e commerciale, investendo tutte le aziende che conseguentemente ricorrono alla CIGO, CIGS, alla CIG in deroga alla mobilità. Per quanto riguarda la ripresa, al momento non se ne parla. In alcune aziende c’è qualche segnale positivo, in altre va peggio; si conferma comunque un permanere di crisi e una prospettiva di difficoltà. Le conseguenze di questa situazione si leggono nell’aumento spropositato di domande di assistenza e di aiuto, in particolare di lavoratori e artigiani che hanno perso il lavoro, rivolte all’amministrazione comunale ormai da qualche mese.
Esse, come possiamo ben comprendere, riguardano pagamenti d’affitti o di mutui per la casa, per un lavoro, per contrastare il taglio di utenze quali il gas, l’acqua, l’energia elettrica e per mangiare.
Nel corso del secondo semestre del 2009 l’amministrazione comunale ha cercato di rispondere
a tali richieste con il massimo impegno economico che gli era possibile, affrontando le situazioni di necessità più gravi, in particolare in quei nuclei famigliari senza reddito, senza ammortizzatori sociali e con presenza di bambini piccoli e minori.
Sono state usate risorse per contribuire a pagare delle utenze a rischio di “chiusura dei rubinetti”,
altre per contribuire a pagare affitti a rischio di sfratto, abbiamo usato risorse a fronte e con accordi sindacali, come anticipo di ammortizzatori sociali in casi in cui l’impresa a causa di difficoltà economiche o di fallimento non era disponibile a farlo, ne abbiamo anticipate come forma di garanzia a fronte di riscossioni certe di TFR e per finanziare il banco alimentare Caritas , con cui abbiamo siglato un accordo di collaborazione e a cui indirizziamo diversi casi che (non sembrerà vero) hanno la necessità del mangiare.
Nel bilancio di previsione 2010, consapevoli che avremo davanti mesi difficilissimi, per il perdurare di questa situazione sono state previste disponibilità economiche per 70mila € che saranno dedicate a finanziare :
· Il fondo straordinario anticrisi, finalizzato a interventi urgenti per le famiglie in difficoltà a seguito della perdita del lavoro ( verrà presentato il testo nel prossimo consiglio comunale utile dopo l’approvazione del bilancio);
· Il fondo di garanzia per continuare ad anticipare dove e quando possibile risorse a fronte di rientri certi come la CIGS e o i TFR;
· Il banco alimentare sempre in collaborazione con la Caritas;
· I buoni lavoro dedicati a quei disoccupati che rientrano nelle maggiori necessità economiche e che svolgeranno per conto del comune lavori legati al giardinaggio, pulizia e manutenzione di edifici , strade, parchi, monumenti;
· Il mancato pagamento da parte di chi ha perso il lavoro o è in assenza di reddito di rette scolastiche e\o sportive;
· Contribuire a finanziare quei fondi che le varie categorie legate agli artigiani, ai commercianti, agli agricoltori hanno localmente in essere con gli istituti bancari e che contribuiscono ad alleggerire di qualche punto percentuale la richiesta di denaro per finanziare le loro attività.
Nell’azione quotidiana rimane tutto il nostro impegno di collaborazione con i Centri per l’impiego, la Provincia, per tutte le politiche attive per il lavoro, il reinserimento lavorativo, la riqualificazione e la formazione professionale.
In ambito locale e dai contatti che manteniamo con le imprese un’azienda ci ha confermato la propria disponibilità all’assunzione di qualche figura operaia stagionale fra i casi che più ne hanno bisogno.
L’impegno dell’amministrazione comunale è e sarà massimo, ma mi sembra evidente che i Comuni da soli non riusciranno a far fronte a questa situazione.
Le previsioni nazionali, ormai anche quelle governative, indicano per il 2010 il livello di disoccupazione fra il 10 e il11%, era al 6,7% nel 2008 è salito nel 2009 al 7,5%.
Quindi insisto nel dire che anche nel nostro territorio non reggeremo all’impatto sociale che si verrà a determinare con il solo contributo dei Comuni, fra l’altro gravati dal patto di stabilità, impossibilitati ad investire le risorse a disposizione, per creare possibilità di lavoro.
Occorre quindi una forte presenza dello Stato per tutelare chi perde il lavoro, le famiglie in difficoltà, estendere gli ammortizzatori sociali, aiutare i più deboli.
Definire una politica industriale che sostenga gli investimenti, le produzioni, la ricerca, lo sviluppo, le innovazioni fondate sulla valorizzazione del sapere e delle conoscenze; serve, quindi, che diventi priorità nazionale assoluta il lavoro e il rilancio economico del Paese.
Noto purtroppo che i temi che riguardano le condizioni di chi perde il lavoro, le difficoltà delle imprese, non sono in questo momento nel confronto politico e nell’informazione di massa. L’attenzione è pesantemente su altre cose.
Per quanto riguarda l’Amministrazione comunale di Gualtieri coglieremo e favoriremo ogni possibile proposte di investimento e sviluppo che siano serie e sostenibili evitando facili populismi.
Questo è un invito che rivolgo a tutti confermando l’impegno di questa Amministrazione a lavorare per far emergere la peculiarità di questo nostro territorio fatta di forte coesione sociale, rispetto, confronto, dialogo fra le istituzioni e le rappresentanze delle categorie economiche e sociali, il volontariato, convinti che ancora una volta lavorando assieme, si possano attenuare gli effetti più disastrosi di questo difficile momento.

Renzo Bergamini

(Assessore alla coesione e sicurezza sociale)

Che paese vogliamo?


Ci sono molti modi per vivere il paese: con la nostalgia dei bei tempi passati quando ci conoscevamo tutti; con la rabbia perché è un paese con poche attrattive, senza divertimenti e pieno di vecchi o, al contrario, con troppi ragazzi e ragazzini maleducati, rumorosi e vandali; con indifferenza perché ci siamo capitati per caso, da un qualunque posto d’Italia o del mondo, alla ricerca di migliori condizioni di vita; con partecipazione, cercando di trovare quello che di buono c’è dentro di noi e intorno a noi per valorizzarlo e sentirci ancora una comunità. E’ questo che sento parlando con le persone, ascoltando le persone che parlano tra di loro o osservando gruppi di ragazzi che sembrano vivere in un mondo a parte.
Ed è proprio ascoltando ed osservando che mi sono fatta l’idea che il paese può essere quello che noi vogliamo che sia. E allora ben venga la nostalgia se serve a mantenere un legame con la nostra storia e i nostri valori ma non ci impedisce di guardare avanti per portare storia e valori nel presente; ben venga la rabbia, soprattutto dei giovani, se serve a costruire nuove utopie, nuove forme di lavoro più rispettose delle persone e della natura e se insegnerà ai più vecchi a guardare la nuova realtà con meno paura.
Il mondo è cambiato e noi siamo cambiati con esso anche se, in tanti, non riusciamo a tenere il passo o non ci riconosciamo nei cambiamenti. Ma così è! Oggi si usa INTERNET, si ascolta l’I-Pod e si viaggia in aereo e il mondo è diventato piccolo. Sappiamo tutto di tutti ma, a volte, non conosciamo il nostro vicino di casa. I valori come il rispetto, la solidarietà, l’onestà, l’onore per il lavoro e il senso del limite si sono un po’ persi per strada e la crisi economica, che colpisce duro anche la nostra comunità, può mettere a dura prova la ricerca dei buoni sentimenti perché altre sono le necessità.
Possiamo però decidere di camminare insieme nei cambiamenti, senza perderci di vista e quindi, reagire e recuperare il bisogno e la capacità di creare socialità e voglia di stare insieme, di conoscerci e ri-conoscerci per aiutarci, sostenerci e anche divertirci. In una parola per FARE PAESE.
Dicevo all’inizio che ci sono molti modi per vivere il PAESE. Per me, il modo migliore è partire dai bisogni delle persone. Non partiamo da zero, abbiamo risorse enormi: persone e associazioni di volontariato radicate nel territorio, impegnate in attività e servizi che sostengono la comunità e la vita  sociale.
E’ un patrimonio da salvaguardare e da arricchire, cercando di mettere in relazione idee e persone con l’obbiettivo di ridare un senso al vivere COMUNE e al dialogo tra le generazioni. Non ci sono ricette. E’ una scommessa che credo interessi tutti noi, amministratori, istituzioni e cittadini - se vogliamo proseguire il nostro viaggio senza perderci di vista.


Luana Cocconi
Assessore ai Servizi Sociali

“Voci di Piazza on Line”


Ebbene sì anche per il nostro giornale, è arrivato il momento di “girar pagina”.
Da questo numero, visitando il sito del Comune di Gualtieri (www.comune.gualtieri.re.it) potrete accedere alla versione di “Voci di Piazza on line”
Il servizio offre la possibilità di commentare ogni articolo letto sul cartaceo, per rendere il giornale, un vero strumento di condivisione di idee e opinioni.
E’ alla portata di tutti, con un minimo di conoscenza del computer.
Ricordo comunque, che il comune ha previsto un corso “pane e internet”,per aiutare chi  non sa nulla di internet e non ha mai acceso un computer.
Inoltre al termine di alcuni articoli, troverete l’icona di un video, che vi suggerisce, qualora siate interessati, di approfondire l’articolo con un video, o con delle foto a colori.
“Voci di piazza on line” potrebbe consentire per chi ne fosse interessato di ricevere solo la copia digitale via internet,(PDF) riducendo costi ed impatto ambientale.

Consigliere Comunale Marco Lasagna



Inaugurazione dello “Sportello Comune”





DOMENICA 11 APRILE alle ore 11.30 presso il Palazzo Greppi – è stato inaugurato il nuovo ufficio “decentrato” denominato “SportelloComune” con sede al primo piano.
Lo SportelloComune vuole essere uno strumento utile ai cittadini per garantire comodo accesso ad alcuni servizi comunali, ma anche un modo per fare sentire l’Amministrazione comunale più vicina alla frazione e ai bisogni della comunità di S. Vittoria.
Da subito lo Sportello garantirà il Servizio di Polizia Municipale, a seguire altri servizi, quali lo Sportello Sociale e la presenza degli amministratori.
E’ un passo importante che rappresenta da parte dell’Amministrazione comunale un segno di apertura e volontà di essere presente sul territorio e a stretto contatto con i concittadini della frazione di S. Vittoria.

Pane e Internet fa tappa a Gualtieri






Corsi gratuiti di informatica per l’inclusione digitale
“Pane e internet: corsi per navigare e vivere con la rete” è un’iniziativa in corso che si propone di incentivare, tramite corsi di formazione gratuiti, l’accesso e l’utilizzo del computer e di internet, considerati requisito fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico di ogni cittadino.
“Pane e internet” è un progetto di formazione e sensibilizzazione informatica, promosso e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, con la collaborazione di diversi attori del territorio che supportano le attività del progetto nel territorio (Province, Comuni e Associazioni).
Si rivolge a cittadini adulti, preferibilmente over 45, che vogliono acquisire le conoscenze di base per utilizzare Internet per i bisogni della propria vita quali: informarsi, comunicare con gli altri e acquisire nuove conoscenze per accedere ai servizi (e-government, home-banking, acquisti on-line, posta elettronica) ed alle informazioni oggi messe a disposizione on line, con una particolare attenzione per quelli offerti dalla Pubblica Amministrazione.
Il corso gratuito della durata di 20 ore si svolge presso l’aula informatica messa a disposizione dall’Istituto Comprensivo di Gualtieri in orario pomeridiano.
Per la sede di Gualtieri, visto l’alto numero di adesioni raccolte, sono stati organizzati due corsi e l’Ente di formazione sta valutando l’organizzazione di altri due corsi. I posti sono esauriti alla data in cui andiamo in stampa.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito: www.paneeinternet.it

Lavori eseguiti in area sportiva


Crisi.Probabilmente si tratta della parola apparsa più di frequente nei quotidiani del nostro Paese negli ultimi mesi. Cinque lettere che racchiudono l’evidenza, spesso drammatica,di
un tessuto economico che, all’improvviso e per ragioni diverse, ha cominciato a stentare e a vacillare.Un fenomeno, quello della crisi economica, che non ha risparmiato quasi nessun settore, arrivando ad investire anche il mondo del pallone nostrano a partire dalle sponsorizzazioni aziendali.
Di fronte a questa situazione la scelta dell’Amministrazione Comunale è stata quella di favorire investimenti nella struttura calcistica locale, per favorire l’attività giovanile, che è testimonianza del valore sportivo e della funzione sociale che lo sport porta con sé.
Si è iniziato con l’abbattimento della recinzione, delineando tutta l’area sportiva di nostra proprietà, poi l’interramento di tutto l’impianto per evitare lo svolazzamento di cavi elettrici, la separazione in ogni settore dei campi, la demolizione della vecchia pista di  pattinaggio situata all’ingresso dell'area, ed infine la  pavimentazione dell'ingresso degli spogliatoi.
I lavori sono costati circa cinquantamila euro e sono stati appaltati ad una ditta locale.
Si è lavorato unitamente a dei volontari che hanno contribuito dando utili suggerimenti.
Tutto questo per offrire ai ragazzi la possibilità di poter crescere all’interno di un sistema di regole sane, aiutandoli ad aver rispetto di se stessi, degli altri e del proprio corpo.
Favorire, infine il formarsi di una coscienza e di un'identità multi-razziale e multi-culturale che in una comunità moderna sono ormai fondamenta imprescindibili. 


 Amadio Mori
 (assessore allo sport)
                                                                                   
           
                                                                                                

Ristrutturazione edificio EX Scuole di Pieve Saliceto




L’intervento di sistemazione dell’edificio delle ex scuole di Pieve Saliceto si rende necessario per poter usufruire di nuovi ambienti di cui è carente la frazione di Pieve Saliceto. La ex scuole di Pieve Saliceto è provvista di decreto di vincolo da parte della competente Soprintendenza con obbligo di mantenere l’uso pubblico dell’edificio stesso.
L’intervento di ristrutturazione prevede il rifacimento e la coibentazione della struttura di copertura e del seminterrato, il rifacimento degli intonaci interni con materiali isolanti. Sono previsti nuovi impianti elettrici e termoidraulici con il posizionamento di nuove porte e finestre con doppi vetri e con vetrocamera con gas e vetri basso emissivi e telai a taglio termico. E’ altresì previsto il nuovo tinteggio interno con nuove pavimentazioni e l’inserimento di un ascensore interno.
La distribuzione interna prevederà n. 6 nuove sale di varie dimensioni e per diversi usi.
L’importo complessivo dei lavori ammonterà ad euro 518.210,62= (IVA compresa).
I lavori sono appaltati alla ditta Cooperativa Muratori Reggiolo S.C. di Reggiolo (RE) e l’ultimazione è prevista per il 29/07/2010.


Sversamento idrocarburi nel fiume Lambro e situazione fiume Po


A seguito dello sversamento di idrocarburi nel fiume Lambro avvenuto il 23 Febbraio 2010, anche il fiume Po, nel tratto prospiciente il Comune di Gualtieri, è stato interessato dall’attraversamento di materiali inquinanti.
ARPA Emilia Romagna in accordo con la Protezione Civile regionale ha fin da subito predisposto un monitoraggio sulla qualità dell’acqua del “grande fiume” evidenziando quanto segue:
Dai bollettini di monitoraggio inviati da ARPA Emilia Romagna si desume che:
-       Sono stati prelevati campioni di acque di falda da pozzi posti nell’area di potenziale influenza del fiume Po nei Comuni della Bassa Reggiana e non si è riscontrata presenza di idrocarburi.
-       Sono stati prelevati campioni di acqua del fiume Po in superficie e ad una profondità di circa 2 metri e si è riscontrato quanto segue: nei giorni 26/02, 28/02 e 01/03 si sono registrati valori superiori ad una condizione “normale”; nel giorno 27/02 le concentrazioni di idrocarburi sono risultate 50-60 volte superiori alla condizione “normale”, causa dovuta alle sversamento verificatosi nel fiume Lambro; dal 02/03 al 19/03 le concentrazioni di idrocarburi sono risultate inferiori al limite di quantificazione, quindi non preoccupanti.
-       Dalle analisi si desume altresì, che gli idrocarburi sono rimasti sostanzialmente a livello del pelo delle acque con scarso deposito in profondità.

Come sta la Scuola dopo la “riforma”?


Il pensiero degli insegnanti del Comitato Un Po di Noi:


“Nel corso del primo anno di attuazione della “riforma” la situazione nella scuola pubblica è imbarazzante.
Probabilmente non tutti ancora si sono accorti dei gravi effetti che ha prodotto e produrrà in futuro la normativa varata dall’attuale Governo.
Gli insegnanti sperimentano quotidianamente l’inadeguatezza di questa scuola di fronte alle necessità dell’utenza.
La scelta di eliminare la COMPRESENZA, i TAGLI indiscriminati degli organici, cioè del numero di docenti assegnati alle singole scuole, la PROGRESSIVA ma IMPORTANTE DIMINUZIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE assegnate per il normale funzionamento scolastico e per il REPERIMENTO DEI SUPPLENTI, compromettono seriamente la qualità dell’offerta formativa che invece la scuola pubblica dovrebbe garantire.
Gli insegnanti durante le attività didattiche sono oggi sempre soli di fronte a classi più numerose nelle quali sono presenti, ovviamente, diverse capacità, diverse problematiche comportamentali, diversi bisogni relazionali, diversi DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO e non ultimo, diversi alunni che potrebbero richiedere un potenziamento delle normali proposte perché particolarmente brillanti, logici, intuitivi…
L’esponenziale aumento di situazioni di disagio familiare e sociale, poi, non può trovare nell’insegnante unico-prevalente un valido supporto pedagogico che aiuti realmente le famiglie a dare risposta ai bisogni dei bambini.
La presenza di più insegnanti nella stessa classe (già per un limitato numero di ore) ha garantito fino allo scorso anno una gestione condivisa del gruppo classe e risposte più adeguate alle problematiche relazionali e scolastiche.
La scomparsa della compresenza, incide inoltre pesantemente sulla realizzazione di attività di tipo laboratoriale che avevano contribuito ad ampliare l’offerta formativa adeguandola agli interessi degli alunni e alla complessità del reale e rende difficoltosa, quando non impossibile, l’adesione dei gruppi-classe alle uscite sul territorio e alle gite scolastiche.
Gli effetti della “riforma”incidono anche sulla possibilità di garantire l’esercizio effettivo del diritto allo studio per i bambini disabili, in quanto spesso il monte-ore dell’insegnante di sostegno è inadeguato rispetto alle reali necessità dell’alunno e le scuole sono costrette a ricorrere ancora di più rispetto al passato all’integrazione del servizio attraverso la presenza degli educatori, pagati grazie all’intervento dei Comuni.
Occorre anche precisare che il ritorno al cosiddetto maestro unico, sbandierato dal Ministro come guida e riferimento per le famiglie e per gli alunni, nonché antidoto al proliferare di più figure inadatte a garantire un significativo processo di insegnamento e apprendimento, è in realtà un maestro PREVALENTE, cioè un insegnante con una prevalenza di ore e discipline affiancato da altri docenti ( anche fino a quattro) necessarie per completare l’orario , che si dividono le ore e le materie restanti.
Ciò significa che in ogni gruppo classe continuano a lavorare più insegnanti dei quali uno porta il carico più pesante ed è affiancato da altri docenti che lavorano anche in altre classi: questa articolazione della presenza degli insegnanti porta all’impossibilità di condividere scelte e stili educativi che diano continuità e stabilità emotiva agli alunni.
La diminuzione dei fondi assegnati dal Ministero ai singoli Istituti ha ridotto drasticamente i progetti integrativi dell’attività didattica, pone in difficoltà le scuole che non sanno come fare a pagare i supplenti, lede gravemente il diritto allo studio degli alunni.
Di fronte all’impossibilità di trovare insegnanti supplenti che spesso rifiutano l’incarico perché sicuri di non essere retribuiti, o nella situazione di non poterli nominare a causa della mancanza dei fondi necessari, si è arrivati in diversi Istituti a dividere gli alunni nelle altre classi, a utilizzare insegnanti di sostegno o impegnati nell’alfabetizzazione degli alunni stranieri per sostituire i colleghi assenti , impedendo ai bimbi disabili e stranieri di proseguire nelle loro programmazioni.
Questa è la scuola pubblica di qualità voluta dal Ministro Gelmini, ma è anche la scuola che ogni genitore vorrebbe per il proprio figlio?
E noi, società civile, siamo sicuri che questa è la formazione sulla quale vogliamo “scommettere” il futuro delle nuove generazioni?
Si cerca di giustificare tutto con la scusa della crisi economica mondiale, che sicuramente ha inciso sulla necessità di “far cassa”, di ripensare alla gestione delle spese da parte dello Stato. Pensiero legittimo, condivisibile.
Molti sono i tagli che si potrebbero fare, le risorse che si potrebbero reperire. Si tratta di scelte, di priorità. La scuola pubblica potrebbe essere certamente un investimento per il futuro del Paese, ma nonostante i proclami , è chiaro che non è una priorità e che ogni giorno si sceglie, consapevolmente, di non investire su di essa, ma piuttosto di mortificarne l’essenza e la vocazione stessa.”




Il pensiero dei genitori del Comitato Un Po di Noi


La si può chiamare come uno vuole ma la realtà è solo una: l’operato del Ministro dell’Istruzione non ha fatto altro che tagliare costi derivanti dalla scuola pubblica a discapito della stessa.
Invece di investire sulla QUALITA’ dell’insegnamento è compromesso perfino il normale funzionamento degli Istituti.
A volte parlando con alcuni genitori si sentono queste espressioni: “Comunque il tempo pieno c’è lo stesso”, “Comunque anche noi siamo cresciuti con il maestro unico”, “Da qualche parte bisognava pur tagliare” etc etc. Vorremmo allora porre all’attenzione di questi genitori alcuni quesiti e alcune riflessioni: “Per voi i tempi non sono leggermente cambiati? Così come le generazioni? Le esigenze dei bambini? Il modo di fare didattica? Inoltre, chiediamo: “perché se un passo avanti dal punto di vista pedagogico era stato fatto si torna ora ad un modello ormai superato??? C’è forse bisogno di un “maestro” unico per educare come si deve? Oppure ci sarebbe bisogno di sostenere la formazione degli insegnanti per rendere il mondo della scuola in grado di accompagnare i nostri bambini e le famiglie nel lungo processo educativo? Di una riforma vera c’era davvero la necessità ma quello che è stato fatto non è altro che un “disinvestimento” sulla SCUOLA PUBBLICA.
E’ vero, l’Istituzione scolastica ha bisogno di riprendersi la fiducia e la credibilità che a volte può essere venuta a meno anche a causa di personale insegnante e dirigenziale poco attento, poco preparato, mal selezionato, poco presente.
Ma fare piazza pulita tagliando ad occhi chiusi non risolve nessuno dei problemi presenti nella scuola.
Per crescere un corpo di insegnanti adeguato bisogna dare strumenti per la formazione e sostenerla, investire, cambiare i metodi di reclutamento se superati e inadeguati. Certo tutto questo è un lavoro intenso e difficile, più difficile che tagliare tutto e certo di minore impatto sull’opinione pubblica che troppo spesso si fa abbindolare da spot superficiali che nascondono azioni ben più gravi.
Vogliamo invitare i genitori e gli insegnanti a riflettere, a riflettere su ciò che stiamo vivendo perché questa “riforma” che non fa altro che riportare il sistema scolastico a forme superate ed arretrate, recherà gravi danni a lungo termine a tutto il contesto sociale.
Il nostro comitato “Un Po di Noi…La Bassa Reggiana per la scuola pubblica di qualità” invita tutti a ribadire il diritto di avere la migliore scuola pubblica per i nostri figli, per il loro futuro.
La Scuola ha una grossa influenza sulla formazione delle persone, sulla loro capacità di affrontare ciò che verrà. Noi genitori non dobbiamo quindi arrenderci, non dobbiamo rinunciare ad occuparci della scuola.
Vi invitiamo a rimanere informati e pronti a saper cogliere i campanelli di allarme che non tarderanno ad arrivare dopo i provvedimenti varati dal Governo. Tutti i problemi non possono essere risolti autonomamente dagli Istituti e non si può pretendere che l’Ente Locale (il Comune) si sobbarchi tutte le conseguenze di questa assurda riforma voluta da questo Governo.
Chi sostiene che nulla è cambiato dovrà ricredersi quando si solleveranno i primi problemi anche a Gualtieri. I problemi qui, come in tutti gli altri Istituti, riguarderanno diversi aspetti
- numero di insegnanti per classe, organizzazione delle classi, disponibilità di insegnanti di sostegno, copertura dei fabbisogni per disabili, numero per alunni per classe, problemi per l’integrazione, impossibilità di realizzare progetti (senza risorse e senza personale), impossibilità di usare i laboratori (che ci sono ma rimangono inutilizzati perché manca la compresenza), impossibilità di effettuare uscite didattiche, contributi chiesti alle famiglie per il funzionamento della scuola etc etc.
Molti altri problemi verranno alla luce con il passare del tempo. Il Comune farà sempre più fatica a garantire sia i servizi extra-scolastici che i servizi di sostegno agli alunni in difficoltà e i progetti didattici.
Non vogliamo che la scuola “di qualità” debba essere una esclusiva per poche famiglie privilegiate (scuola privata).
La Scuola Pubblica è un bene di tutti e tutti dobbiamo difenderla per il bene dei nostri figli, per la società e per il futuro di questo paese.
Non ci si può lamentare di ciò che lo Stato ci impone se non si lotta per cambiare le cose.

Un Po di noi - La bassa reggiana per una scuola di pubblica utilita'

Percorsi sicuri casa-scuola

COMUNE DI GUALTERI 
CEA “Il Boscone di Po” di Coop. EDEN 

Progetto di Educazione al rispetto dell’Ambiente e alla Mobilità Sostenibile 

Da Sabato 8 Maggio 2010 
inizia per gli alunni della Scuola Primaria di Gualtieri e Santa Vittoria l’iniziativa BICIBUS e PEDIBUS. 
Per informazioni: Ufficio Scuola Paola Vergnani
telefono 0522/221869
e-mail: p.vergnani@comune.gualtieri.re.it

L’attivazione dei percorsi darà definita in base alle iscrizioni pervenute e alla disponibilità di volontari accompagnatori.
La collaborazione dei genitori è fondamentale per la realizzazione del progetto.
Non è necessario essere sempre disponibili, può bastare anche un giorno alla settimana!
Come funzionano il BICIBUS e il PEDIBUS?
Gli alunni che vorranno aderire all’iniziativa saranno accompagnati lungo il tragitto casa-scuola e ritorno su percorsi messi in sicurezza da volontari accompagnatori (genitori e nonni che si renderanno disponibili, volontari, ecc.);
Ogni BICIBUS e PEDIBUS ha un percorso (vedi cartina): per ciascuno sono previsti capolinea, fermate intermedie e arrivo alla scuola;
I capolinea, i tragitti e le fermate saranno evidenziati da segnaletica ben visibile
Gli alunni che aderiranno all’iniziativa si recheranno (con la bicicletta se BICIBUS) alla propria fermata e aspetteranno i volontari accompagnatori e il gruppo per proseguire insieme verso la scuola;
L’iniziativa prevede, secondo modalità analoghe, l’accompagnamento al termine delle lezioni;
Per garantire la visibilità e la sicurezza, agli alunni che parteciperanno ai Percorsi Sicuri sarà regalato il kit colorato per il BICIBUS (pettorina, caschetto, e mantellina per la pioggia) o il kit colorato per il PEDIBUS (carrellino per lo zaino e mantellina per la pioggia) da indossare lungo il tragitto.
Come aderire all’iniziativa?
Per partecipare i genitori devono compilare in ogni sua parte il modulo di adesione allegato consegnandolo presso la Scuola
La disponibilità dei genitori a partecipare direttamente all’iniziativa collaborando all’accompagnamento e/o all’organizzazione dei Percorsi Sicuri, deve essere segnalata nell’apposito modulo d’adesione.
I kit colorati del BICIBUS e del PEDIBUS è FINANZIATO dalla Provincia di Reggio Emilia nell’ambito degli eco-incentivi della campagna “Via Libera” per lo sviluppo della Mobilità Sostenibile.
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